Intervista alla stilista Claudia Danna

Carlo Alberto Terranova premia la vincitriceClaudia Danna, vincitrice del Fashion Award Altieri 2013 è nata a Viterbo nel 1989 e vive a Milano, autrice della webzine Poshmann è la rivelazione degli ultimi tempi che ha conquistato la giuria di esperti del settore Moda presieduta da Carlo Alberto Terranova e la giuria dei Fashion Blogger. Con queste semplici domande cerchiamo di conoscerla meglio.

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1)     Come e quando nasce la tua passione per la Moda?

Ho sempre avuto una grande attitudine verso l’arte in generale, sin da piccolissima. Crescendo e acquisendo maggiore conoscenza, il mio interesse per l’arte si è riversato nella moda che, con il tempo, è diventata sempre più presente nel mio quotidiano fino a rivelarsi una scelta di vita inevitabile.

2)     Chi sono i tuoi stilisti di riferimento?

Ce ne sono diversi, non amo fossilizzarmi su nessun designer in particolare, anche se, ad oggi, tra tutti apprezzo maggiormente Riccardo Tisci, Rick Owens e Alexander McQueen che resta secondo me insostituibile.

3)     Hai studiato all’Accademia Altieri e hai vinto il premio dell’anno. Qual è il più significativo insegnamento che credi ricorderai a vita?

Imparare a sperimentare, non è scontato come sembra. La sperimentazione è qualcosa che non si finisce mai di apprendere, è liberatoria e appagante dal punto di vista creativo, ma richiede una mente vuota da ogni tipo di preconcetto o di influenza esterna e soprattutto bisogna correre il rischio di sbagliare.

4)     Il tema della collezione era il Gotico. Hai vinto con degli abiti ispirati agli insetti. Hai rielaborato il mondo della natura però in modo molto creativo e come ha detto Terranova, coerente. Cosa ti ha ispirato?

Mi piace esprimere più concetti insieme, rielaborare idee. Sono partita da un’analisi del buio e del suo duale significato: il ventre materno e la morte. Ho riprodotto quindi gli stadi evolutivi di un’attesa, tra il buio della fine e quello dell’inizio, ricollegandomi alle differenti fasi di metamorfosi della crisalide. Ho quindi deciso di dare alla pelle il ruolo di corazza protettiva, accostandola ad applicazioni simmetriche che riprendono le silhouette maculate del manto alare. I filamenti in gomma rappresentano invece i diversi significati di “collegamento”, inteso sia come quello verso l’esterno delineato dalle zampe, sia come un primo sistema linfatico dell’embrione che si sta formando, ma anche più in generale come tramite verso l’esterno ignoto. Ho voluto quindi capovolgere il comune significato di oscurità legata al pericolo, rifacendomi al buio primordiale che ogni essere vivente ha vissuto come la sua prima casa, e quindi come un’atmosfera senza tempo né luogo, in totale serenità e sicurezza.

5)     Che significato hanno le mascherine sul volto?

Oltre a rappresentare a livello puramente estetico un chiaro riferimento al muso delle farfalle, o più in generale degli insetti, ho voluto trasmettere una sensazione di allontanamento, di ermetismo. Mi piaceva che dessero l’idea di qualcosa di non facilmente comprensibile e che allo stesso tempo non richiede interpretazione altrui. La maschera ci fa apparire ciò che non siamo, ma preserva la nostra vera essenza. Trovo questa dualità affascinante, e mi trasmette allo stesso tempo un profondo senso di transizione.

6)     Andiamo sul pesante… Quali sono i parametri fondamentali che definiscono un abito Alta Moda?

Sicuramente la qualità elevata dei materiali e della manifattura, il know how nella lavorazione che c’è dietro, ma anche l’unicità del capo a livello estetico: un capo di alta moda si differenzia da qualsiasi altro perché sembra avere un’anima, perché racconta una storia ed è in grado di comunicare sensazioni sottili e indescrivibili a chi lo sceglie.

7)     Come pensi di gestire le tue future creazioni dopo questa importante vittoria?

Anche se ovviamente è stata una soddisfazione non la vivo tanto come una vittoria, quanto come uno stimolo ancora maggiore a continuare su questa strada, che è quello che farò, cercando sempre di migliorarmi con il tempo.

8)     Cosa ami di AltaRoma?

Lo spazio e l’interesse che rivolge ai giovani. “Who’s on Next?” è secondo me uno degli eventi di punta della kermesse, che mette Roma al primo posto nello scouting mondiale. Di quest’ultima edizione ho apprezzato molto anche il progetto “Africa to Rome”, volto a coinvolgere le donne africane nella manodopera tessile. Mi sono piaciuti sia i presupposti con cui è partito che il risultato finale, gli abiti in passerella erano davvero notevoli.

9)      Cosa ti fa sognare?

E’ una domanda difficile. Mi fa sognare riuscire a vedere le cose sotto una luce nuova, riuscire a capire il significato delle cose, lavorare tanto e raggiungere il risultato sperato.

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