Sabrina Persechino: il dialogo ininterrotto fra architettura e moda

Rewind: la collezione Autunno/Inverno 2017 di Sabrina Persechino. Conferma di un dialogo ininterrotto fra architettura e moda


Come ha enunciato con grande chiarezza MukařovskÝ ne Il significato dell’estetica “l’individuo esercita nell’arte una duplice funzione: quella di creatore e quella di soggetto percettore (fruitore). A prima vista queste due funzioni sembrano irrimediabilmente opposte, poiché la prima presuppone un atteggiamento attivo, la seconda uno passivo. Ma la loro opposizione non è né assoluta né netta”; l’arte, come il linguaggio, attiva un “dialogo ininterrotto” fra “due parti interdipendenti”. Ecco, con queste poche righe, vorrei iniziare una riflessione sulla nuova collezione di Sabrina Persechino, e non solo. Vorrei anche “tentare” di approfondire quel suo modus operandi in grado di introdurre – a pieno titolo – l’alta moda entro la più ampia e completa concezione di unitarietà delle arti.

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Non mi stancherò mai di farci caso e di professarlo, se così si può dire. Non si tratta soltanto di uno stile davvero originale – fatto già di per sé fondamentale per la realizzazione di una collezione di moda -che va a riordinare gli elementi salienti di una architettura intorno alle femminili forme di una donna moderna. Si tratta, proprio come sollecitato dal pensiero di MukařovskÝ, di un dialogo che si fa ininterrotto fra due parti che sono interdipendenti fra loro, ovvero l’architettura e la moda. Così come dunque l’individuo va ad esercitare la sua duplice funzione creativa e percettiva dell’arte, così la creazione di una collezione di moda che parla attraverso le linee dell’architettura crea un punto di fusione e si fa vero e proprio linguaggio.

La collezione Rewind, presentata durante le giornate di AltaRoma, emula il riavvolgimento di un nastro o il ripetersi delle onde in un movimento perpetuo. In questo modo, a mio avviso, la stilista aggiunge ulteriori elementi al suo personalissimo stile, perché estrae dalle forme del mondo non solo linee architettoniche ma anche le componenti più pure della natura. Come appunto le “creste” del profilo dell’acqua e del tempo, che scandiscono e ricreano un “periodo” fino a sparire all’orizzonte. E ancora re-wind, ripetersi del vento e delle oscillazioni da esso apportate ai corpi che incontra soffiando.

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Ma il richiamo all’architettura non poteva certamente mancare nelle creazioni di Sabrina Persechino: questa volta la sua ispirazione si è posata sul CurvedBuildings a Galaxy Soho, progettato dalla tanto compianta Zaha Hadid e sull’interpretazione del movimento dell’acqua, sulla descrizione del fenomeno fisico della propagazione delle onde. La traduzione sugli abiti avviene attraverso molteplici ispirazioni, infatti:

  • gli abiti acqua marina, con fili di pelle e grafite – a sottolineare le spalle e le schiene nude, private dalla seta ma con ampie maniche ondose per i capi spalla – si ispirano alle onde circolari, il cui fronte d’onda è una circonferenza e che si propagano in cerchi concentrici attorno alla sorgente;
  • gli abiti ocra con pieghe rettilinee e parallele si ispirano alle onde piane, il cui fronte d’onda è descritto da una linea retta, prodotte nell’acqua da una lamina vibrante;
  • le mise nere in velluto e seta, richiamano le onde sferiche, che si propagano uniformemente nello spazio in tutte le direzioni e che hanno come forma del fronte d’onda una sfera;

  • infine gli outfit bronzo di paillettes e gabardine di lan,a rifiniti in pelle, brillano del colore del sole riflesso sull’acqua in movimento.
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    Credits [ph] S. Dragone – Luca Sorrentino

Sinuose propagazioni a enfatizzare la silhouette femminile in morbidi e delicati movimenti per una collezione sobria ed elegante che privilegia l’indossabilità dei capi, come evidenzia in maniera decisiva l’ultima mise, la sposa. Una sposa la cui femminilità fuoriesce dalle semplici linee, composte e rigorose dell’abito stesso. 


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